Mai come in estate si nota la nostra dipendenza dal cellulare e da tutte le applicazioni che può regalare. Si ascolta musica, si uozzappa, si accede a facebook, si chiacchiera, si gioca, ci si selfa….
Ho visto qualcuno che leggeva, giocava con la settimana enigmistica, ma pochi. La tecnologia che dovrebbe essere al nostro servizio è diventata la nostra padrona. Abbiamo il bisogno di condividere le nostre emozioni, i momenti belli, brutti, paure, frustrazioni, delusioni d’amore, tutto attraverso i social. Foto di quello che mangiamo e di dove siamo, foto dei nostri amori, dei nostri figli, parenti, animali domestici…tutto dato in pasto.
Non esistiamo se non in misura dei ‘Mi piace’ che riceviamo. Tutto questo ci ha fatto perdere la misura nel valutare e giudicare; siamo plastificati, abbiamo banalizzato le emozioni e impegnati a condividerle non le proviamo più.
Siamo in grado di soffermarci ancora sul colore o sul profumo di un fiore senza correre a fotografarlo e a postarlo? Non abbiamo più il senso della misura reale delle cose. C’è un semplice esercizio da fare per scoprire quanto siamo intossicati. Come per gli alcolisti, riusciamo a stare senza guardare cellulare o i-Pad o i-Phone per 2/3 ore? (non valgono le ore di sonno) Noooo?
Allora stiamo messi male e ascoltiamo J-Ax e Fedez, giovani rapper del nostro tempo, che così recitano nella loro: “Vorrei ma non posto”
“…Poi, lo sai, non c’è un senso a questo tempo che non dà il giusto peso a quello che viviamo Ogni ricordo è più importante condividerlo Che viverlo Vorrei ma non posto … E come faranno i figli a prenderci sul serio con le prove che negli anni abbiamo lasciato su Facebook Papà che ogni weekend era ubriaco perso E mamma che lanciava il reggiseno a ogni concerto Che abbiamo speso un patri-monio Impazziti per la moda, Armani-comio L’iPhone ha preso il posto di una parte del corpo E infatti si fa gara a chi ce l’ha più grosso…”
Meditiamo, gente, meditiamo!
